Se siete incuriositi dal mercato dell'arte moderna il libro giusto da leggere è "Lo squalo da 12 milioni di dollari", scritto dall'economista Donald Thompson e uscito in Italia lo scorso anno per Mondadori. Se non siete abbastanza disillusi nei confonti del mondo dell'arte, questa lettura sarà un grosso aiuto.
L'antidoto giusto all'amarezza causata da queste pagine è invece la storia di Herb e Dorothy.
Lui postino, lei bibliotecaria, entrambi con una grande passione per l'arte contemporanea. Negli anni sessanta hanno avuto un'intuizione: usare lo stipendio di lei per mantenersi e quello di lui per comprare pezzi d'autore. Ovviamente opere non troppo grandi, visto che dovevano entrare nel loro bilocale a Manhattan; decisero anche di non vendere mai un pezzo. L'arte per loro era solo passione, non un business.
In quarant'anni hanno accumulato più di 4000 opere di grandi artisti tra cui Donald Judd, Son Le Witt, Christo e Chuck Close.
Per gli acquisti si fidavano solo del loro istinto, dimstrando di essere sempre un passo avanti rispetto al mercato, riuscendo così ad acquistare, spendendo il giusto, opere di autori sconosciuti che nel giro di poco tempo sarebbero diventate star internazionali.
Poi nei 90 hanno deciso di donare (sì, sì donare) tutta la loro collezione alla National Gallery of Art di Washington e ad altri musei più piccoli, tenedo solo qualcosa da vendere in caso di emergenza.
Da poco è uscito un in dvd un documentario sulla loro storia: lo trovate qui.
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